Sull’affido e dintorni
Interventi e sinergie psicologiche

di Sergio Teglia

Sull’affido e dintorni<br>
Interventi e sinergie psicologiche

L’affido nasce e si struttura come una situazione unicamente transitoria (due anni circa): con l’affido il minore viene affidato ad una famiglia in attesa di vedere se i suoi genitori, opportunamente seguiti, riescano o meno a recuperare quelle competenze genitoriali assenti al momento dell’intervento dei servizi pubblici e del tribunale dei minori che hanno progettato l’affido. I punti più significativi su cui porre attenzione sono “la famiglia affidataria idonea all’educazione dei figli” e i genitori del bambino affidato “opportunamente seguiti nel progetto di recupero delle competenze genitoriali”. Partirei da questo secondo punto ricordando quanto afferma la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza articolo 7: “il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha il diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori e ad essere allevato da essi”. La riflessione è appunto sul diritto del minore ad essere allevato dai suoi genitori, nella misura del possibile, afferma l’art. 7 e cioè fintanto che i suoi genitori, i loro comportamenti, non siano giudicati...


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