Ultimamente, presso l’università Sapienza di Roma, in un convegno organizzato dalla nostra Associazione, si è parlato di “Etica”. Si è trattato di una sfida molto impegnativa che ha però trovato il favore di tanti nostri associati ed amici del mondo della cultura, pronti a relazionare e ad ascoltare i relatori, provenienti da ogni parte d’Italia.
In effetti noi sociologi stiamo assistendo ad una deriva molto preoccupante sul tema dell’Etica, ma non siamo i soli ad affrontare l’argomento: per fare un esempio, lo scorso novembre sono stato invitato dalla Pontificia Università Lateranense di Roma, al convegno “La trasmissione dei Valori nell’Era Digitale”, tenutosi nell’Aula Magna dell’Ateneo, in p.zza S. Giovanni in Laterano. Si è trattato di un incontro con relatori di livello mondiale, provenienti oltre che dall’Italia e dal Vaticano, da Londra, Parigi, dall’Africa e dagli Stati Uniti. I relatori, businessman e personaggi ai vertici di grossi gruppi di comunicazione, di marketing e media, si erano succeduti con le loro argomentazioni relative a varie tematiche. Voleva essere e lo è stata effettivamente: “Una giornata di riflessione sulla trasmissione dei valori portanti della società odierna”. In quel convegno un relatore ha detto, e ne sono stato colpito favorevolmente: non solo rispetto per le diversità ma loro “celebrazione”. L’unica nota stonata, che in un certo senso mi ha fatto cadere le braccia, è stata che uscendo nel cortile dell’università a lavori terminati, pronto per andare, da comune mortale, a piedi verso la fermata della metro A di S. Giovanni, mi sono imbattuto in una serie di auto blu con gli autisti imberrettati, pronti ad accogliere alcuni relatori che, fino a qualche minuto prima asserivano di voler dividere il riso con i più bisognosi.